Dal confronto è emersa una preoccupazione condivisa: le misure di riequilibrio finanziario cantonali continuano a trasferire in maniera crescente oneri sui Comuni, con particolare impatto sui centri urbani, già chiamati a rispondere a bisogni sociali e infrastrutturali sempre più pressanti. I sindaci denunciano che questa dinamica ritarda colpevolmente l’adozione, a livello cantonale, di misure strutturali di risanamento che non possono più essere eluse.
Le nuove proposte confermano questa tendenza, poiché prevedono un aumento della partecipazione comunale in settori particolarmente sensibili, come le prestazioni sociali (RIPAM, PC, insolventi), il sostegno alle famiglie attraverso nidi, micro-nidi e centri extrascolastici, nonché il finanziamento del trasporto pubblico regionale. A questa dinamica si affiancano riorganizzazioni ordinamentali come quella delle Autorità regionali di protezione, presentate come misure neutre ma che nella prassi dovrebbero comportare per i Comuni il mantenimento di costi operativi e di prossimità e una complessa ridefinizione della ripartizione finanziaria con il Cantone, con effetti particolarmente gravosi per i centri urbani.
I sindaci ricordano inoltre che, a distanza di anni, gli obiettivi di semplificazione, chiarezza e neutralità finanziaria promossi dal progetto Ticino 2020 non sono stati raggiunti. Il progetto, pur animato da principi condivisibili, non ha prodotto i risultati sperati e non ha risolto le criticità strutturali nel rapporto finanziario tra Cantone e Comuni. Oggi più che mai occorre riprendere quei principi e tradurli finalmente in misure concrete, evitando che, in assenza di riforme strutturali, il peso delle difficoltà cantonali continui a ricadere sui Comuni.
Alla luce di questa situazione, i Municipi dei centri urbani hanno inviato al Consiglio di Stato una lettera formale nella quale avanzano richieste chiare:
- Moratoria sui nuovi trasferimenti di oneri fino a quando non sarà chiarito l’impatto delle riforme federali e delle decisioni popolari;
- Revisione del sistema perequativo, che tenga conto anche degli oneri di centralità sopportati dai centri urbani;
- Istituzione di un tavolo istituzionale permanente Cantone–Comuni urbani, per garantire un reale coinvolgimento nelle scelte finanziarie;
- Definizione di un patto finanziario pluriennale, che dia regole chiare e stabili al riparto degli oneri, salvaguardando la capacità di investimento delle città.
I Municipi ribadiscono la disponibilità a collaborare con il Cantone per trovare soluzioni sostenibili, ma ritengono inaccettabile che i Comuni diventino la cassa di compensazione strutturale delle difficoltà cantonali.
Le Città, che stanno affrontando con senso di responsabilità l’esercizio di riequilibrio dei propri conti, non possono vedersi imporre ulteriori aggravi. Con il loro ruolo istituzionale di prossimità nei confronti dei cittadini e con gli oneri di centralità che assumono a beneficio dell’intero territorio, esse chiedono un rapporto più equo e rispettoso dei differenti livelli istituzionali, che riconosca la funzione essenziale che svolgono nello sviluppo sociale ed economico non solo delle proprie comunità ma dell’intero Cantone.